
La crescente competitività per accedere ai corsi UEFA della FIGC rappresenta una sfida significativa per chi aspira a diventare allenatore di calcio. Negli ultimi anni, l’interesse verso questa professione è aumentato e, con esso, il numero di giovani appassionati che cercano di intraprendere una carriera professionale nel settore. Una maggiore domanda ha, però reso l’accesso ai corsi molto più selettivo e il processo di ammissione altamente competitivo.
Affrontare questo scenario richiede una preparazione accurata, una buona dose di resilienza e, soprattutto, una strategia chiara per distinguersi dalla massa.
Ma, nel concreto, come diventare allenatore di calcio in un settore sempre più competitivo?
Corsi UEFA FIGC: poca offerta, molta domanda
La professione di allenatore di calcio è diventata sempre più ambita. Con la crescita del calcio a livello globale e l’aumento delle opportunità professionali, sono in molti a voler intraprendere il percorso per ottenere una licenza UEFA. Quest’ultima, infatti, è fondamentale per poter allenare a livelli avanzati, sia in Italia che all’estero, e rappresenta un biglietto da visita, che attesta le competenze tecniche e tattiche di un allenatore.
Proprio per questo, negli ultimi anni, la FIGC ha registrato un aumento delle candidature ai suoi corsi di formazione, il che ha reso il processo di selezione sempre più competitivo. Molti aspiranti allenatori, pur possedendo le qualifiche e l’esperienza necessarie, si trovano a competere con centinaia di altri candidati per un numero limitato di posti.
Che fare, dunque?
Ecco 3 consigli (+1) per gli aspiranti allenatori
- L’esperienza per distinguersi in un contesto altamente competitivo
Dunque, per diventare allenatore di calcio in un contesto così competitivo, bisogna puntare su una preparazione approfondita e su una strategia ben definita.
Il primo passo è accumulare esperienza pratica sul campo, anche a livello dilettantistico o giovanile. L’esperienza concreta nell’allenamento aiuta a costruire un profilo professionale solido e a distinguersi dagli altri candidati.
- La formazione come strumento di crescita
Ottenere qualifiche aggiuntive e partecipare a corsi di aggiornamento può essere altrettanto utile. La formazione continua dimostra un impegno serio verso la propria crescita professionale e contribuisce a costruire un curriculum che attiri l’attenzione della FIGC. A questi vanno aggiunti seminari, workshop e conferenze sul calcio, eventi che offrono interessanti opportunità di acquisire conoscenze ed entrare in contatto con altri professionisti del settore.
- Sfruttare le risorse digitali per migliorare la propria visibilità

L’esperienza e la formazione, però, a volte non bastano. E la visibilità, in questo caso, può fare la differenza. Nel concreto, ciò si traduce nello sfruttare le piattaforme digitali per arricchire la propria reputazione e rafforzare la propria autorevolezza nel settore. Social media, come LinkedIn e Instagram, sono strumenti utili per condividere esperienze, analisi tecniche e video di allenamenti e creare, così, un’immagine professionale in grado di attirare l’interesse di club e Istituzioni calcistiche.
Attraverso contenuti di valore, un aspirante allenatore può dimostrare la propria competenza e attirare l’attenzione su di sé, anche in un contesto in cui la competizione è elevata. Pubblicare regolarmente analisi tecniche, idee innovative e successi personali contribuisce a costruire una reputazione positiva, mostrando ai selezionatori della FIGC che il candidato possiede le qualità necessarie per come diventare allenatore di calcio a livello professionale.
Lavorare al proprio personal branding, tramite piani editoriali ben strutturati, oggi, è fondamentale quasi per ogni professionista. Coloro che ambiscono a diventare allenatori di calcio non fanno eccezione.
Come diventare allenatore di calcio con la RFEF
Per chi si trova a competere con un numero elevato di candidati nei corsi FIGC, esplorare percorsi alternativi per ottenere la licenza UEFA può essere una scelta valida. Molti aspiranti allenatori, infatti, scelgono di frequentare i corsi UEFA in Paesi come la Spagna, dove i criteri di selezione sono meno rigidi e i tempi di attesa più brevi. Frequentare corsi all’estero non solo permette di ottenere la stessa qualifica riconosciuta a livello internazionale, ma offre anche l’opportunità di entrare in contatto con metodologie di allenamento diverse, ampliando il proprio bagaglio professionale.
In conclusione, chi desidera diventare allenatore di calcio non dovrebbe farsi scoraggiare dal trovarsi in un ambiente sempre più competitivo. Questo perché investire tempo e risorse nella formazione, accumulare esperienza pratica, costruire una rete di contatti professionali e aprirsi a nuove strade e percorsi possono effettivamente fare la differenza.
Essere pronti a cogliere ogni opportunità e a superare le difficoltà con determinazione permette di emergere anche in un contesto altamente competitivo.
Con una preparazione strategica, la giusta formazione e l’utilizzo di risorse digitali, è possibile costruire un percorso di successo anche in un ambiente selettivo. Inoltre, per chi vuole sfruttare le opportunità all’estero, esistono percorsi di affiancamento che aiutano ad ottenere la licenza UEFA in Spagna e che offrono assistenza per tutte le fasi del processo, dalla candidatura all’iscrizione e alla gestione logistica, e permettono agli aspiranti allenatori di completare il percorso formativo in un contesto internazionale, estremamente valido, ma meno rigido e competitivo.